Presentazione – Introduction

E’ molto tempo che la scrittura ha preso il volo. Spiccando verso il cielo, con le sue ali, si confonde all’immagine dei gabbiani, che liberi di sentire e liberi di andare, raggiungono orizzonti inesplorati finché non si riposano sulla terra o sull’acqua.

Sin dal 2011, per caso sono inciampata in un corso di scrittura. La descrizione di un ipotetico viaggio fu il primo racconto per descrivere il dettagliato percorso di quel momento, ancora in evoluzione ed in crescita. Perdendomi tra poesie, racconti brevi e, a tutt’oggi, recensioni, il sentire istintivo mi fa esprimere pensieri in storie.

Mediante un’osservazione meticolosa cerco di tramutare gli eventi artistici in parole ordinate e composte secondo spiccate percezioni, raccontandone immagini a chi legge. Così, dall’estate del 2012 lo scaturire della scrittura ha inondato la mia mente, scatenando impressioni in righe, in parole, tuttora scrivendo.

Con il trascorrere del tempo lo sviluppo del lavoro si è trasformato in collaborazioni con alcune riviste. Il mio nome, la mia persona e la mia scrittura si sono fatte strada ricevendo consensi e riconoscimenti da parte di persone competenti nel settore della comunicazione.

Nel 2015, ho deciso di dare una svolta al blog. Cambiando nome da annalisain a Brainstorming Culturale per dare un senso al mio obiettivo. Quasi come un movimento circolare della cultura vive di confronti con gli eventi culturali in genere che abbracciano ogni forma di arte coadiuvando l’Anima di ognuno di noi.

Le parole si generano in circolo. Diventano lavoro. Le collaborazioni cresceranno e a recensire non sarò sola.

Grazie a tutti, a chi mi supporta, a chi ha fiducia, a chi vorrà collaborare a questo progetto indipendente, formativo, creativo e che abbraccia un mondo a 360° sotto tutte le sue forme.

Teatro

Le pagine del Teatro in scrittura

Scrivere per il Teatro è una dimensione dà scoprire. Durante gli anni, descrivere ogni spettacolo al quale ho assistito è diventato un “mestiere”.  La penna si è affinata e continua a migliorare. Il Teatro ti porta un po’ ad entrare nel carattere dei personaggi, nella recitazione degli attori, di chi declama liriche, commedie, tragedie, testi innovativi e particolari. La drammaturgia, la regia, le luci, il contesto, sono l’insieme di informazioni che si acquisiscono, sempre nuove. La storia e la biografia degli autori solo elementi a cui attingere, come anche conoscere i linguaggi teatrali che ancora continuano ad essere studiati e attualizzati. Si investe sulla meticolosità nel descrivere ogni dettaglio, che possa essere un passaggio di scena o catturare intonazioni e suoni delle diverse voci. Sembra quasi essere sul palco e, nell’invisibilità, recitare accanto ai protagonisti della scena, invece si è comodamente seduti in poltrona.

Di rappresentazioni ne ho viste tante – e continuo a vederle – belle e meno entusiasmanti. Mi accorgo, infatti, che veramente il teatro offre tante sfaccettature. La mia convinzione, inoltre, è che ci siano troppi spazi teatrali, dando possibilità a tutti di formarsi a livello recitativo, come anche molti attori e attrici che non sanno fare bene il loro mestiere, ma che continuano a recitare. La realtà è che si sia formata uniformità. Non c’è più distinzione, e dunque sarà sempre più difficile notare un Marcello Mastroianni nel mucchio.

Tutte le recensioni delle varie stagioni sono state scritte sia per Brainstorming Culturale, sia per Momentosera, sia per vari blog in rete. Ma queste ultime non sono le collaborazioni più importanti. Brainstorming Culturale, è il blog che ho fondato e vanta di ottimi collaboratori; sta formando il suo carattere, cerca di essere presente ai vari eventi culturali, per farsi conoscere al meglio e distinguersi per qualità e serietà. Mentre per le collaborazioni – terminate e attuali – si può curiosare e leggere tutto il materiale sotto la mia presentazione sulla Voce Redazione, poiché ho dovuto per forza differenziare e dividere il lavoro per non confondere il mio con quello che dedico agli altri.

Vi auguro una buona lettura

Annalisa Civitelli

 

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Appunti di Viaggio, sesta tappa

Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Per vivere in Svezia, dopo aver cercato lavoro, anche da Paesi europei, di regola si cerca casa.
Ci si rivolge a delle agenzie, ci si segna e si entra in graduatoria con dei punteggi.
Credo che il tutto dipenda da quanto ci si può permettere di spendere per un ragionevole affitto.
E così si entra in un appartamento, non so se siano tutti grandi o piccoli, più o meno vicini o lontani dal centro città. In questo caso Linkoping.

Girando per la città lo stile decò risalta. Case, palazzine non molto alte inducono pace.
Basse e colorate, con un senso composto di aggregazione architettonica non complessa, ma base.
Semplice.
Alcuni appartamenti hanno balconi verandati. L’inverno rigido non promette lo stare fuori molto spesso.
Così, dietro i vetri scorrevoli, per aprirli nella stagione calda e breve, si scorgono balconi arredati che è un piacere guardarli.

Verande di Linkoping

Le passeggiate sono risultate infinite, quasi. In mezzo alla foresta dove regnano sovrani i pini. La flora è ricca. Varia tra conifere, abeti rossi e pini silvestri, al Nord, mentre al Sud vivono di più salici, frassini, aceri e betulle, della famiglia delle latifoglie.

Le biciclette sono le padrone delle strade, indisturbate vagano nel silenzio cittadino. Poche macchine, poco traffico e nessuno che strombazza. Il che è un sogno!

Camminare porta lontano. Mi son persa nella visione della stazione dei treni.

Stazione dei treni di Linkoping

Fino al Castello, al Museo e al Teatro.

Castello di Linkoping

Teatro di Linkoping

Verso il Museo

…prosegue…

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Appunti di viaggio, quinta tappa

Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Le riflessioni non giungono mai sole.

Mi chiedo se c’è il beneficio del dubbio.
O bisogna essere sempre drastici? O sempre buoni?
Sopportare pesi, se di forza vogliamo parlare, che tipo di sintomo è?
A volte penso che la gente, le persone, sappiano benissimo ciò che fanno e scaricano la colpa sugli altri. L’ansia vigila. E’ dietro l’angolo e non la sopporto più.
Insomma, attese continue, continue, le quali non terminano o almeno sembra.
Anche a distanza, prendersi cura delle beghe nella propria casa è veramente una prova da manuale.

Quanto ancora sopportare?
Quanto ancora lottare con le persone e far capire loro ciò che di sbagliato hanno fatto
e quanto ancora donare fiducia, aprire il cuore e provare di nuovo?

Questo accade con poche persone nella vita.
Altre, forse, non stanno al tuo passo e così si spezza qualcosa.

Parole e pensieri da esprimere o tacere?
Ne vale la pena?
E poi con chi?
Chi si ha di fronte?
Con chi si comunica?
Ci si rende conto dei propri errori fino in fondo?
Si è in grado di chiedere scusa?
Fino a dove è lecito far oltrepassare i limiti e dove stopparli?

Non saprei. Questa settimana sarà un’esplorazione a distanza di me stessa.
Della mia lotta, fino a dove arrivo, per mettere un punto definitivo o andare oltre.

Soprattutto nel cercare un lavoro che possa permettermi di vivere sola, con le mie forze,
costruendo quel puzzle chiamato desiderio.
Ci si impegna, davvero.

Mi chiedo se discorsi sono rimasti vani o se siano stati recepiti fino in fondo al cuore.

E naturalmente parlo pure per me stessa.

Annalisa

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Appunti di viaggio, quarta tappa

Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Vivere in Svezia sembra tutto un sogno ascoltando chi racconta le esperienze di emigrante.
Ciò che incuriosisce è che l’Università non si paga, NON si pagano le tasse, ed è realtà. Per gli svedesi, per gli europei, ma non per gli americani e per la gente che arriva dai Paesi in cui ci sono guerre, in quanto le autorità si sono accorte che le persone arrivavano, non studiavano, ed il loro intento era di vivere per sempre in Svezia.

Per chi trova lavoro qui, tramite il datore di lavoro, le autorità si muovono per dare il Personal Number, una sorta di codice fiscale nostrano. Senza di questo non si può fare nulla. Esso apre le porte ad un conto in banca, ad avere assistenza sanitaria, etc.

Esiste, inoltre, la possibilità di studiare gratuitamente i corsi base di svedese, inglese e francese, ed altre lingue.

Annalisa

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Appunti di viaggio, terza tappa

Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Non è sempre facile seguire ed immedesimarsi nella vita di familiari che hanno deciso di emigrare all’estero cercando una collocazione lavorativa soddisfacente che in Italia.
E’ un gioco di incastri tra le vacanze ed il riposo di chi li va a trovare ed il loro stile di vita, tra lavoro, bambini e hobbies. Le loro nuove abitudini sono scoperta di vita diversa,
come la città che li ospita è fonte di ispirazione ed informazioni nuove e sorprendenti.

Il primo maggio, fuori da ogni prospettiva e pensiero, fuori dal solito vino, dalle solite fave e dal solito pecorino ho conosciuto una delle tradizioni svedesi più in voga.
L’equitazione!
Oltre ad essere molto costosa, dopo il calcio, pare essere il secondo sport nazionale.
Se ci si appassiona sin da piccoli, pian piano si impara a stare in groppa al cavallo e, almeno per i primi tempi, a starci su trottando.
Con il tempo si potrebbe acquistare un cavallo, imparare ad accudirlo fin dal principio, e soprattutto a farsi aiutare dai grandi perché l’animale è grosso e robusto che i piccini non riuscirebbero neanche a legare una corda delle briglie, della sella e a tenerlo mentre si dimena.
Probabile che raggiunta l’età dei 15 anni si riuscirà a far tutto da soli.

Il pomeriggio è stato così trascorso presso un’enorme scuderia. Molti cavalli presenti, grandi e pony in attesa di essere cavalcati.
Di tutti i colori! Tutto dipende dalla razza, da come si incrociano le specie.

Prima di cavalcare un cavallo si pulisce con una spazzola apposita, poi si sistemano la sella e le briglie. Il muso dell’animale è abbastanza lungo, le briglie hanno un ferro al loro termine, il quale, si infila dentro la bocca e si ferma alla parte della mandibola.
A questo ferro sono legate le briglie e tramite la guida di esse il cavallo segue la direzione che gli si indica.

E’ stato bello guardare mia nipote fare una lezione da cavallerizza seria. Una collega di mia sorella l’ha seguita con dedizione. Dice che ha un buon balance (equilibrio) e presto imparerà meglio a guidare meglio il cavallo.
Inoltre dialogando in ottimo svedese, che per me risulta essere simile all’arabo!
Di seguito, dopo una buona oretta di trotto, il cavallo lo abbiamo riportato nella stalla.
Tolte le briglie e la sella nella sua stalla, uno spazio recintato, ha mangiato la sua razione di fieno. Ogni razione viene pesata e data agli animali per la mattina, il pomeriggio e la sera.

La collega di mia sorella possiede un cavallo di nome Vera. Un bella femmina marrone, affettuosa che si è lasciata accarezzare con tanto ardore.
Le ho dato da mangiare una mela, sgranocchiata in un secondo.
Interessante sapere che alcuni pony rimangono piccoli, ed altri crescono diventando grandi come i cavalli che si vedono ai tornei.
Sapere della gravidanza degli esemplari equini è stata un’informazione in più.
Dura 11 mesi. Il cavallino nasce di un metro di altezza e la mamma, prima che la prole nasca, ha il pancione fino a terra.

Nella fattoria c’era anche una specie di giostra suddivisa in spazi dove gli animali vengono collocati per farli camminare, in quanto il cavallo è molto abituato a stare in piedi e dorme solo 4 ore in tutto il giorno.

Dopo tutte queste novità all’aria aperta e queste nozioni che aiutano sempre a carpire una vita differente dai canoni italiani, siamo ritornati a casa.

Il risultato è stata una giornata intensa e piena.
Non ci si poteva aspettare qualcosa di deludente, in quanto questa terra offre natura, pace e silenzio a livelli che il rumore sorprende e stupisce.

Annalisa

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Appunti di viaggio, seconda tappa

Appunti ti viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Al sole mi accomodo. Arriva l’autobus che dall’aeroporto porta a Linkopjng. Già il vento non consente di sentire caldo, ma pure il tempo non è granché.
Salgo sul bus, molto comodo, fornito di confort, addirittura free wi-fi. Uno video indica orario e le distanza da una città all’altra.
Il tempo è grigio, piove. Mi piace osservare dal finestrino lo scorrere del tempo. Il panorama offre immense distese verdi.
Pini alti, bassi, uno in fila all’altro. Fantasticavo in maniera ilare, quasi quasi importo un pino in Italia ed esporto pini marittimi, così intanto mi avvantaggio per il prossimo Natale e gli svedesi avranno tanti pinoli!

Le rocce si presentano sul ciglio della strada, variazioni di grigio e rosa
si accostano non stonando.

L’arrivo con la pioggia mi permette di rivedere familiari che vivono all’Estero.
E di questo parlerò meglio.
Sarà un piccolo e delicato osservare il tempo e la vita e gli incastri della vita di parenti emigrati e di vivere le loro abitudini e hobbies che li inquadrano in altre realtà,
di sicuro più evolute rispetto allo stivale.

Annalisa

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Appunti di Viaggio, prima tappa.

Il secondo viaggio dopo tre anni di attesa e di stasi.
Ore 11:00, si decolla. Si individuano nuvole e bianco intorno. Solo.
Il cielo azzurro promette bene e rende il circostante luminoso
e chissà la terra svedese come si presenterà ai miei occhi.
Potrei saltellare sui batuffoli bianchi invitanti, ma non si può.
Rischierei che la forza di gravità mi chiami a sè.

Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land

Un’oasi di verde appaga la vista dopo aver attraversato la Germania, un pò di acqua del mar Baltico per sorvolare laghetti e boschetti che già invitano alla pace e al silenzio. L’aeroporto di Stoccolma, Skavsta, è quello più piccolo. Sembra di atterrare in mezzo ad una foresta. Un vento freddo è poco accogliente, scompiglia i capelli, ed il sole, quando spunta da dietro le nuvole, riscalda. Sono favorevole agli aeroporti piccoli, concentrati. Non c’è caos, è tutto ordinato, educato. La confusione non regna sovrana ed è tutto a portata di mano. Coffee shop, ristoranti e money change.
Malgrado gli aeroporti maggiori possano far raggiungere altri posti nel mondo.

Tutta un’altra lingua. Si, perché in terra straniera una lingua diversa dall’italiano bisogna pur saperla. In questo caso l’inglese! Ancora non mi sono resa conto del cambio con la corona svedese, moneta nazionale,ma avrò modo di imparare in 10 giorni.

L’attesa per il pulman verso Linkopjng è lunga e mi invento. Chissà il tragitto ciò che meraviglie donerà. Gli occhi si sono già deliziati ammirando sublimi panorami di nuvole sospese tra la terra e cielo ed attendono altri sguardi, magari con un pò di musica agli orecchi, giocando con le parole creando Poesia.

Annalisa

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