Appunti di Viaggio, la terra svedese / Travelling notes, the sweden land
Non è sempre facile seguire ed immedesimarsi nella vita di familiari che hanno deciso di emigrare all’estero cercando una collocazione lavorativa soddisfacente che in Italia.
E’ un gioco di incastri tra le vacanze ed il riposo di chi li va a trovare ed il loro stile di vita, tra lavoro, bambini e hobbies. Le loro nuove abitudini sono scoperta di vita diversa,
come la città che li ospita è fonte di ispirazione ed informazioni nuove e sorprendenti.
Il primo maggio, fuori da ogni prospettiva e pensiero, fuori dal solito vino, dalle solite fave e dal solito pecorino ho conosciuto una delle tradizioni svedesi più in voga.
L’equitazione!
Oltre ad essere molto costosa, dopo il calcio, pare essere il secondo sport nazionale.
Se ci si appassiona sin da piccoli, pian piano si impara a stare in groppa al cavallo e, almeno per i primi tempi, a starci su trottando.
Con il tempo si potrebbe acquistare un cavallo, imparare ad accudirlo fin dal principio, e soprattutto a farsi aiutare dai grandi perché l’animale è grosso e robusto che i piccini non riuscirebbero neanche a legare una corda delle briglie, della sella e a tenerlo mentre si dimena.
Probabile che raggiunta l’età dei 15 anni si riuscirà a far tutto da soli.
Il pomeriggio è stato così trascorso presso un’enorme scuderia. Molti cavalli presenti, grandi e pony in attesa di essere cavalcati.
Di tutti i colori! Tutto dipende dalla razza, da come si incrociano le specie.
Prima di cavalcare un cavallo si pulisce con una spazzola apposita, poi si sistemano la sella e le briglie. Il muso dell’animale è abbastanza lungo, le briglie hanno un ferro al loro termine, il quale, si infila dentro la bocca e si ferma alla parte della mandibola.
A questo ferro sono legate le briglie e tramite la guida di esse il cavallo segue la direzione che gli si indica.
E’ stato bello guardare mia nipote fare una lezione da cavallerizza seria. Una collega di mia sorella l’ha seguita con dedizione. Dice che ha un buon balance (equilibrio) e presto imparerà meglio a guidare meglio il cavallo.
Inoltre dialogando in ottimo svedese, che per me risulta essere simile all’arabo!
Di seguito, dopo una buona oretta di trotto, il cavallo lo abbiamo riportato nella stalla.
Tolte le briglie e la sella nella sua stalla, uno spazio recintato, ha mangiato la sua razione di fieno. Ogni razione viene pesata e data agli animali per la mattina, il pomeriggio e la sera.
La collega di mia sorella possiede un cavallo di nome Vera. Un bella femmina marrone, affettuosa che si è lasciata accarezzare con tanto ardore.
Le ho dato da mangiare una mela, sgranocchiata in un secondo.
Interessante sapere che alcuni pony rimangono piccoli, ed altri crescono diventando grandi come i cavalli che si vedono ai tornei.
Sapere della gravidanza degli esemplari equini è stata un’informazione in più.
Dura 11 mesi. Il cavallino nasce di un metro di altezza e la mamma, prima che la prole nasca, ha il pancione fino a terra.
Nella fattoria c’era anche una specie di giostra suddivisa in spazi dove gli animali vengono collocati per farli camminare, in quanto il cavallo è molto abituato a stare in piedi e dorme solo 4 ore in tutto il giorno.
Dopo tutte queste novità all’aria aperta e queste nozioni che aiutano sempre a carpire una vita differente dai canoni italiani, siamo ritornati a casa.
Il risultato è stata una giornata intensa e piena.
Non ci si poteva aspettare qualcosa di deludente, in quanto questa terra offre natura, pace e silenzio a livelli che il rumore sorprende e stupisce.
Annalisa
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