La continua ricerca dell’ignoto
Il secondo spettacolo della rassegna Tre passi di donna, svoltasi al Teatro Furio Camillo di Roma, è stato lo spettacolo Rien ne va plus andato in scena il 3 marzo. Una difficile realtà viene descritta mediante un’analisi forte, che può generare spunti di riflessione nell’animo dello spettatore
L’opera tratta il delicato tema del gioco d’azzardo e della dipendenza psicologica di cui sono vittime le persone che entrano in questo tunnel senza fine. Protagonista della pièce è Martina (Marina Romondia), una ragazza di 17 anni che sin dalle prime battute si definisce una “tossica drogata dal brivido dell’incertezza”, che si apre emotivamente allo spettatore presentando il suo morboso attaccamento al gioco.
La storia si suddivide in tre quadri: nel primo la protagonista, acerba e immatura data la sua giovane età, si ritrova inghiottita in un mondo di cui ancora non ha piena esperienza; l’unica cosa che sa è che per sentirsi viva ha bisogno delle emozioni che suscita in lei lo scommettere. Cruciale in questa prima fase è il rapporto con la nonna.
Incontriamo poi una Martina ventunenne che, grazie alla lontananza dalle sale da gioco, ha intrapreso una vita regolare con sogni e obiettivi da raggiungere. Tuttavia questo delicato equilibrio non durerà a lungo. Nell’ultimo quadro vediamo la protagonista, ormai ventiquattrenne, completamente distaccata dalla realtà, assuefatta e schiava del vizio del gioco.
Un monologo di 50 minuti in cui Martina descrive con aggressività e un linguaggio spesso colorito il rapporto di amore e odio che la lega alle regine incontrastate del caos: roulette e slot machine. Una continua ricerca dell’ignoto e dell’incerto che la porterà all’esaltazione e al vaneggiamento in alcuni passaggi.
La scena è povera: sul palco sono presenti un divano, un tavolino una sedia e un separeè. Sarà l’interpretazione di Marina Romondia a condurci nei diversi luoghi in cui si sviluppa la narrazione.
La sceneggiatura è buona, anche se in alcuni passaggi si ha l’impressione che i diversi quadri temporali non riescano ad amalgamarsi tra loro. L’interpretazione di Romondia è talvolta esasperata e un po’ forzata, ma nell’insieme congeniale all’immagine della protagonista. Ottima l’interpretazione della nonna.
Molto buono anche il gioco di luci sul palco che ha in qualche modo sopperito all’esigua presenza scenografica. Nel complesso, una rappresentazione interessante riguardante il controverso mondo del gioco d’azzardo osservato e descritto da una diversa prospettiva. Un’analisi dunque forte, che può generare spunti di riflessione nell’animo dello spettatore.
Giorgia Greco
Foto: Paolo Tomassini
Teatro Furio Camillo
3 marzo 2017
Tre passi di donna
Rien ne va plus
di e con Marina Romondia
regia Nicoletta Robello Bracciforti
drammaturgia della scena Nicoletta Robello Bracciforti e Marina Romondia
disegno luci Maurizio Coroni
musiche originali Arturo Annecchino
Quest’ opera di
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