La biografia è donna
La Sala Umberto si veste di rosso. L’attrice e cantante Lina Sastri si esprime catalizzando il pubblico per l’intera durata della rappresentazione. Sarà possibile pertanto assistere a qualcosa di elegante, in cui racconti, canto e recitazione creano una commistione di arti
Sul palco la scenografia è composta dai soli strumenti musicali. L’interprete entra in scena seguendo i musicisti che la precedono; indossa un abito attillato color “passione”, che ne delinea le forme e, mano a mano, si muove con raffinatezza e morbidezza.
L’artista narra la sua vita e degli esordi oltre che esibire la sua voce profonda dall’inconfondibile accento napoletano. Tra canzoni della tradizione, declamazione di monologhi (quelli che successivamente le hanno fatto amare il teatro) e le immagini che ci dona dei suoi quadri familiari, noi viviamo intense emozioni.
Mentre Lina Sastri ci invita ad abituarci alla bellezza al contempo ci si immerge nel mare melodico dei brani e delle parole, raccontandoci quanto il teatro sia arte, sia sacrificio e come l’abbia trasformata. Come di fatto è “essere quello che sei e fare quel che fai“.
Ma la magia è tanto altro: anche gli interni acquisiscono un sapore del tutto particolare. Dal teatro di ricerca a quello di strada il passo è stato breve per calcare il palco con piccole comparse, fino a giungere alle sostituzioni e dunque recitare con Peppino De Filippo come in seguito con il figlio del grande attore, Luca. Il cinema arriva infine con il ruolo di Anna Magnani, con “Mi manda Picone” di Nanni Loi e la firma di Pino Daniele per la colonna sonora.
Una lezione per gli artisti, per chi ama l’atmosfera in cui i personaggi non sono altro che alibi personali: in scena non si è se stessi infatti, si vestono i panni di chi si interpreta studiandone a fondo emozioni, carattere, movenze e così via. Con il canto, al contrario, si è se stessi senza finzione.
Cantare poi i testi napoletani, che da piccola riteneva “troppo popolari“, l’ha resa veramente completa, facendo della pièce un connubio di teatro-canzone-danza accennando passi “tarantolati” e tangheri.
L’ensemble eccezionale accompagna l’artista dall’inizio alla fine: nuance passionali dialogano con quelle africane e orientali, che ci fanno viaggiare nel tempo con “‘O Sarracino”; sfumature glissate del contrabbasso si uniscono all’arte del clarinetto, dei tamburi e del pianoforte, creando un’atmosfera soft con “Chi tene o mare” di Daniele; “Assaje”, invece, è in chiave jazz; “Reginella” è interpretata con toni più dolci e poetici; con “Maruzzella” la Sastri ci porta in Brasile.
Le tonalità caratteristiche del fado diventano così protagoniste come gli altri motivi. Ecco dunque che le caracas, il mambo, la samba e il bolero donano ai pezzi intensità: Filippo D’Aglio, Gennaro Desiderio, Salvatore Minale, Gianni Minale, Salvatore Piedepalumbo e Luigi Sigillo eseguono tutte le ritmiche in modo egregio. “Core ‘ngrato” e “Era di maggio” si susseguono e si vestono di suggestioni acustiche in cui le corde viaggiano insieme ai fiati.
Che “Appunti di viaggio” ci aiuti veramente a comprendere il valore della musica? Noi crediamo di si, soprattutto di quella popolare, importante quanto quello della parola, recitata, in cui suono, pause e silenzi sono altresì essenziali da considerare. E il monologo di Bonaria, in “Gli esami non finiscono mai” ne è stato un esempio, che rimarrà indelibile nei nostri ricordi.
Da non perdere.
Annalisa Civitelli
Foto: Massimiliano Marolda
Sala Umberto
dall’8 al 18 febbraio
Lina Sastri
in
Appunti di Viaggio
scritto e diretoo da Lina Sastri
con
Filippo D’Aglio, chitarra
Gennaro Desiderio, violino
Salvatore Minale, percussioni
Gianni Minale, fiati (clarinetto, sax)
Salvatore Piedepalumbo, fisarmonica e tastiere
Luigi Sigillo, contrabbasso
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