Intervista a Giacomo Zito

Giacomo Zito: “Il teatro esorta ad una visione consapevole e critica delle coscienze”

In occasione della XXIV edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni, abbiamo colto l’occasione di intervistare il direttore artistico Giacomo Zito.

Autore e regista di numerosi spettacoli teatrali, il suo curriculum vanta prestigiose collaborazioni con maestri del calibro di Luca Ronconi, Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Andrea Camilleri, Fiorenzo Fiorentini, Pino Micol, e con attori quali Giuseppe Battiston, Luciano Virgilio, Giuseppe Pambieri, Lia Tanzi, Fiorenzo Fiorentini, Gianfranco D’Angelo.

In qualità di Direttore Artistico del Festival, quali sono, attualmente, le criticità legate alla sua organizzazione, e qual è il sostegno della Pubblica Amministrazione in tal senso?

Non parlerei di criticità, ma di obiettivi. Il sostegno dell’Amministrazione Comunale è stato garantito per ventiquattro edizioni; certamente ci sono stati tempi in cui “le vacche erano più grasse” per tutti, e frangenti, come quello che stiamo attraversando, d’incertezza e di ristrettezze, dove è già un significativo risultato la salvaguardia di una manifestazione di natura culturale, con economie che consentono di realizzare una programmazione di livello artistico riconosciuto, con una dotazione tecnica e di ospitalità di tutto rispetto per le compagnie, con un’attenzione alla comunicazione che produce una nutrita rassegna stampa, con l’aiuto concreto di tante realtà del territorio, in particolare la Pro Loco. Al sostegno economico del Comune si è aggiunto in molte edizioni quello della Regione Lazio (e precedentemente anche della provincia di Frosinone) e di altri enti, come la Camera di Commercio di Frosinone, e alcuni istituti di credito. Pertanto, è opportuno pensare a come incrementare la crescita della manifestazione: per esempio attraverso la relazione e lo scambio con altri Festival europei, o anche attraverso un progetto di programmazione di eventi che può estendersi oltre il Festival nel corso dell’anno, oppure, non ultimo, il coinvolgimento del MIBAC.

Il Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni è giunto alla sua XXIV edizione. Qual è stato, in questi anni, il riscontro del pubblico, in particolare dei giovani?

Ritengo che il riscontro del pubblico sia sempre proporzionale all’impegno degli organizzatori, alla loro competenza, e, direi, alla loro “empatia” nei confronti dell’utenza. L’affluenza degli spettatori ha dimostrato che una programmazione di eventi di effettivo e oggettivo valore non deve necessariamente affidarsi alla strategia del “nome in cartellone” o dello spettacolo comico. E una piacevole e positiva esperienza è stata proprio quella di inserire nel programma compagnie di nuove generazioni di artisti, che con le loro proposte, a volte di natura più tradizionale, altre volte di carattere sperimentale, hanno sicuramente attirato un pubblico di giovani. Possiamo dire con soddisfazione che quest’anno abbiamo riscontrato un ulteriore incremento, segnale evidente di interesse e apprezzamento della nostra manifestazione.

Avete dedicato il Festival di quest’anno a Dario Fo. Per quali motivi reputa così importante la figura di Dario Fo nel panorama teatrale italiano?

Le opere di Dario Fo vanno lette, vanno viste, vanno studiate, vanno messe in scena. Va conosciuta la sua storia di uomo e di artista. Solo così possiamo comprendere quale straordinario genio ha attraversato la nostra storia nazionale recente. Io sono cresciuto vedendo in televisione il Mistero Buffo: ero un bambino e venivo letteralmente rapito dalle “giullarate”, per le quali ridevo senza capirne il retroscena amaro o tragico. Considerazione che vale per artisti come Chaplin, Totò, Laurel e Hardy…è dei più grandi artisti la capacità di catturare l’attenzione dei ragazzi tanto quanto quella degli adulti, per motivi diversi ma che convergono verso un unico fuoco, esortandoci a una visione più consapevole e critica della nostra esistenza e del mondo che ci circonda. Se a questo aggiungiamo che il nostro è un Festival di Teatro Medievale e Rinascimentale (nella città di Bonifacio VIII!), dedicare il Festival a Dario Fo, ospitare il suo più grande interprete – Mario Pirovano – è davvero il minimo che potevamo fare.

Elena D’Elia

Foto: dal web

 

 

 

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