Un esempio di teatro interattivo
Il Teatro Quirino ospita dal 16 al 21 maggio Frida Kahlo – Il ritratto di una donna. Per la regia di Alessandro Prete offre al pubblico un universo artistico che unisce teatro, danza, video grafica e animazione. La visione di un particolare aspetto della vita della pittrice dell’avanguardia messicana del Novecento sorprende sotto il profilo dell’esistenza
Il rumore di alcune gocce d’acqua apre la rappresentazione e una voce narrante, calda e profonda, ricorda la personalità di una donna forte e volitiva, ma emotivamente debole e sempre scossa. Il parto, dunque la nascita, è il punto da cui si parte, mettendo in discussione la condizione della donna, sempre in lotta con il suo desiderio di essere madre, nell’impotenza di non esserlo e non volerlo, a volte.
Suddiviso in quadri, lo spettacolo infonde un senso di consapevolezza e di contrasto tra gioia e dolore, il quale viene sempre metabolizzato per affrontare altro successivamente. A ogni cambio scena trovano voce dei suoni, le gocce d’acqua, oltre le video grafiche a cura di Domenico Rastelli, rappresentanti la natura e i suoi elementi – acqua, terra, fuoco, aria – testimoni dell’arte della Kahlo.
Le presenze sul palco si muovono sempre con estrema delicatezza – grazie alla regia di Alessandro Prete – intorno ai pochi elementi che disegnano gli ambienti: il cavalletto per dipingere; un tavolo; un letto a baldacchino; una vasca.
Sin dall’inizio emergono il rancore, la rabbia e l’introversione che formano il carattere della pittrice (interpretata da Alessia Navarro) trovando così sfogo nella pittura, descrizione emotiva della sua realtà. La performance, infatti, ha una buona resa sotto il profilo esistenziale sia del personaggio (che l’attrice riesce a farci arrivare chiaramente), sia della vita in se.
Il suggestivo gioco di luci coinvolge lo sguardo dello spettatore e, evocativo, invita davvero ad assistere in modo assertivo alla pièce. Giulia Barbone danza meravigliosamente, inducendoci a pensare che il ballo sia la metafora della vita: l’esigenza di una libertà individuale che trova, nello spiccare il volo, la sua “parola”. Quel volo per un giusto riconoscimento di noi stesse in quanto donne, affrontandolo con coraggio e passione.
Vengono inoltre evidenziati i principali momenti della vita di Frida Kahlo, mantenendo nell’insieme un buon filo narrativo. Dall’incidente (processo per resistere alla morte) che la rese immobile alla percezione del dolore, il quale non annega mai, ma anzi impara a nuotare; dal rapporto complicato, contraddittorio e travagliato con Diego Rivera (interpretato da Gianluca Gobbi) all’amore per le donne, rappresentato da Giulia Santilli.
Il testo è ben scritto e ricco di poesia, quella stessa scaturita dalla versatile penna di Frida Kahlo. Tutto il cast sfoggia una recitazione impeccabile: risalta Gianluca Gobbi sia per la sua voce profonda (accostandosi un po’ a quella di Pannofino), sia perché, inerme e silenzioso, riflette il personaggio di Diego Rivera. Anche Giulia Santilli e la stessa Alessia Navarro possono vantare una gamma vocale ed espressiva di tutto rispetto. Quest’ultima inserisce nell’interpretazione anche qualche verso in spagnolo.
Nello stesso istante in cui si recita – all’interno di una scenografia sempre minimale – alle spalle scorrono dei video con le principali opere dell’artista messicana: Nascita (il manifesto della vita); Autoritratto con collana (la donna fiera davanti al dolore); La mia balia e io (il conflitto con la madre e il desiderio di maternità); Quel che mi diede l’acqua (la malattia e la morte); Qualche piccolo colpo di pugnale (il femminicidio); Autoritratto con capelli corti (la donna che annulla la propria femminilità); Il suicidio di Dorothy Hale (il suicidio); La colonna spezzata (l’amore); Il sogno (il dialogo con la propria coscienza); Autoritratto da Tehuana (la donna sposa e compagna di un uomo).
Gisa Rinaldi pensa ai costumi raffinati mentre l’inedita e ottima scelta musicale, opera di Stefano Mainetti, tocca timbri tribali e sonorità medioevali, irlandesi e elettroniche. A noi arriva il messaggio che l’artista ha lasciato alle donne dopo di lei: la forza e le potenzialità sinonimo di anima, la quale si mantiene viva anche e sebbene circostanze avverse, perché c’è sempre qualcosa nelle donne…quel qualcosa che le rende affascinanti oltre i conflitti familiari e l’urgenza di sentirsi ancorate a qualcuno seppure sia “sbagliato”.
Annalisa Civitelli
Foto: Massimiliano Fusco
Teatro Quirino
dal 16 al 21 maggio
Frida Kahlo – Il ritratto di una donna
di Alessandro Prete, Igor Maltagliati e Luca Setaccioli
regia Alessandro Prete
con Alessia Navarro, Gianluca Gobbi, Giulia Barbone e Giulia Santilli
musiche Stefano Mainetti
aiuto regia Valentina Morgia
costumi Gisa Rinaldi
sound engineer Tiziano Stampete
realizzazioni grafiche Domenico Rastelli per Ince Media
consulenza storica Silvia Cardi
amministratore Antonio Cocciardi
luci Marco Laudando
foto Azzurra Primavera
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