La complessità dell’amore
In scena, dal 28 marzo al 2 aprile, al Teatro Vascello di Roma, lo spettacolo “La riunificazione delle due Coree” di Joël Pommerat. La pièce si svolge a scena nuda: nessun oggetto distrae dalla presenza del cast sul palco, che da solo riesce a tenere alto il ritmo e il livello della rappresentazione
L’opera racconta l’amore in tutte le sue innumerevoli forme. A dare vita ai diversi quadri, 18 per la precisione, sono i nove bravissimi attori che si alternano nell’interpretazione dei tanti personaggi che si susseguono senza pause sulla scena.
Ciò che caratterizza questo spettacolo è proprio l’analisi cinica e spietata dei rapporti sentimentali, i quali caratterizzano la vita di ogni essere umano. Assistere a questo susseguirsi di emozioni e dialoghi così differenti e lontani tra loro, riproposti in maniera lucida e oggettiva, offre allo spettatore l’opportunità di “specchiarsi” e di osservare dal di fuori azioni e reazioni che sono alla base dei legami stessi.
Le due ore di “conversazioni” catturano incessantemente l’attenzione degli astanti: ogni quadro descrive una storia, ogni storia evoca un’emozione diversa e, soprattutto, nessuna di queste rappresentazioni risulta scontata o banale. I diversi quadri, della durata di circa 10 minuti l’uno, sono completamente a sé stanti, un minestrone di storie che, tuttavia, si amlgamano tra loro perfettamente.
Questo spettacolo è paragonable ad un grande contenitore: una grande scatola da cui fuoriescono varie suggestioni e, insieme a queste, conflitti o impedimenti che diventano parti integranti e necessarie del rapporto rappresentato.
I dialoghi sono spesso pungenti e, in poche battute, riescono a colpire nel segno le ipocrisie peculiari di alcuni rapporti, spogliando gli innamorati della loro finta felicità.
La fine di una relazione, il matrimonio, l’abitudine e l’aridità di una relazione ormai consumata, l’amore fedele nella malattia, il tradimento subito e il tradimento inferto, l’impulso sessuale, l’attrazione irrazionale, l’amicizia e l’idealizzazione del rapporto stesso, l’amore rifiutato e l’amore irrazionale: queste e altre ancora le analisi proposte nello spettacolo.
La pièce si svolge a scena nuda, nessun oggetto distrae dall’ottimo cast che, da solo, riesce a tenere alto il ritmo e il livello dello spettacolo. Precisamente, una scelta adatta al mood dell’intera opera anche l’utilizzo delle luci soffuse, che rendono scura e sofisticata l’ambientazione. Buona la regia e, sottolineiamo ancora una volta, la bravura degli attori.
Lo spettacolo risulta leggero e scorrevole anche se tratta un argomento complesso e contraddittorio come l’amore tra due esseri umani.Il legame sentimentale risulta spesso conflittuale e difficilmente gestibile, perché presuppone il fatto che due persone diverse tra loro si uniscano. Per far si che questo accada si deve essere pronti a ridisegnare la mappa dei propri confini e ciò spesso risulta utopico e incomprensibile, proprio come la riunificazione delle due Coree.
Giorgia Greco
Foto: Luigi Maffettone
Teatro Vascello
dal 28 marzo al 2 aprile 2017
La riunificazione delle due Coree
di Joël Pommerat
regia Alfonso Postiglione
con Sara Alzetta, Giandomenico Cupaiuolo, Paolo De Vita, Biagio Forestieri, Laura Graziosi, Giulia Innocenti, Gaia Insenga, Armando Iovino, Giulia Weber
scene Roberto Crea
costumi Marianna Carbone
musiche Paolo Coletta
scrittura fisica Simona Lisi
aiuto regia Beatrice Tomassetti
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con La Corte Ospitale (Rubiera) e Armunia Festival Inequilibrio (Castiglioncello)
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