La Star – da Norma Jeane a Marilyn Monroe

Il sogno hollywoddiano 

Al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma, dal 2 al 4 giugno, la Compagnia degli Indie, mette in scena una rappresentazione dedicata alla diva del cinema americano. Ci si perde tra canto, ballo e recitazione, arti che non sorprendono quanto dovrebbero, confluendo così in un prodotto finale che non convince pienamente

Lo scorso anno abbiamo avuto il piacere di conoscere Michele Di Francesco grazie alla regia di Piccole Donne. Ora il regista ha proposto un esperimento ardito e ambizioso, che mette in discussione la preparazione degli artisti e il modo di portare in scena il nuovo modo di fare spettacolo: il musical in veste italiana.

Dall’alternanza di fotografie e video storici tutti in bianco e nero, si entra nella vita di Norma Jeane, in arte Marilyn Monroe: dai suoi albori come fotomodella al suo declino di attrice e nella vita privata. Già da piccola vive nei college e cresce con la zia Grace, la quale non fa altro che dirle che diventerà una “star” del cinema, ma la futura diva bada molto di più all’essenzialità della sua persona, invece di risaltarne le sue dolci e sensuali forme.

Partiamo dall’idea che questa pièce oltre ad evocare un grande senso fotografico, predilige ballo e canto, offre un buon ritmo (dal pop, al jazz, allo swing, al mambo e alle basi del charleston, sonorità tipiche degli anni ’30/’40/’50) come delle coreografie abbastanza sinergiche a cura di Viola Zanotti. Vive di due tempi: più ritmica e cantata, la prima parte riesce a coinvolgere il pubblico al contrario della seconda meno incisiva, incentrando tutto sulla protagonista interpretata da Ambra Lucchetti, basata quindi sulla sola recitazione, con pochi inframmezzi di canto e di danza.

La Star risulta quindi una performance disomogenea e poco equilibrata, le scelte musicali, al contrario, sono inerenti al periodo e alcuni momenti coreografici descrivono attimi nostalgici, intimi e delicati. A tratti lento, lo spettacolo si regge su Massimo Folgori, che veste i panni del campione di baseball Joe di Maggio e appunto Ambra Lucchetti, le cui sembianze si accostano alla grande attrice. Buona la portata di voce di entrambi come le gamme espressive – sia canora, sia ballata – sono circondati sia dal cast dell’Accademia Internazionale del Musical di Roma composta da Nicolò Maria Capodacqua, Eleonora Capuozzo, Beppe Carvutto, Daphne Kartsiaklis, Viviana Lepore, Carmelita Luciani, Francesco Miniaci, Alma Passanisi e Antonio Rotondo.

In scena troviamo anche Mario De Amicis (Arthur Miller) – amatoriale – una presenza poco marcata, energica e forte per stare al fianco di una persona carismatica come Marilyn; Gaia Baldi è la giovane collegiale; Elena De Luca (infermiera), anche lei risulta poco efficace, e infine Daniele Venturini (Bob Kennedy), interpreta appunto un personaggio politico importante, rendendolo influente grazie al ruolo che riveste e gli dona charme grazie ad una buona vocalità.

Sarà che eravamo seduti in prima fila e quindi la musica risultava troppo alta, ma la qualità dell’audio ci è sembrata un po’ scadente tanto da non supportare il canto dei performer restituendocelo basso e poco comprensibile. Un’altra scelta poco felice, oltre i microfoni, è stata l’uso del video proiettore, che ad intervalli veniva calato per proiettare dei video (alcuni anche molto corti e dunque inseriti all’interno della narrazione senza alcuna rilevanza) e fatto risalire mentre le nuove scene erano già iniziate. Un altro tipo di soluzione avrebbe dato risultati accettabili agli occhi degli astanti. Che forse il comparto tecnico abbia avuto delle difficoltà?

Possiamo considerare però che si è data importanza alle parti salienti della vita di Marilyn, per concluderla con il presunto suicidio, dietro a tanti interrogativi e intrighi sulle sue ipotetiche relazioni con John e Robert Kennedy. Rimane però da suggerire che alcuni attori/performer debbano migliorare la loro recitazione – per tale esibizione troppo amatoriale – mentre lo spettacolo, al contrario, è sicuramente da rivedere, poiché difetta di ritmo ed è decisamente lento. La regia infatti non è d’impatto tanto da sorprendere come ci saremmo aspettati, e la scenografia (per opera di Luciano Nestola), inoltre, è sempre molto ricca e non lascia all’ambientazione il giusto respiro.

E’ doveroso un plauso per la scelta dei costumi a cura di Vize Ruffo (Asc), decisamente inerenti al periodo storico preso in considerazione e alla direzione vocale di Adriano Scappini (Da.Re.C. Academy – Roma), il quale non lascia nulla al caso, bensì ricerca e risalta le caratteristiche di ognuno.

Annalisa Civitelli

Foto: Miriam Taurino

 

 

Teatro Ambra alla Garbatella

dal 2 al 4 giugno

la Compagnia degli Indie

presenta

La Star – Da Norma Jeane a Marilyn Monroe

con Ambra Lucchetti

regia Michele Di Francesco

e con Massimo Folgori, Daniele Venturini, Elena De Luca, Mario De Amicis e Gaia Baldi

e con il contributo dei performer dell’ Accademia Internazionale del Musical di Roma:

Nicolò Maria Capodacqua, Eleonora Capuozzo, Beppe Carvutto, Daphne Kartsiaklis, Viviana Lepore, Carmelita Luciani, Francesco Miniaci, Alma Passanisi e Antonio Rotondo

Costumi Vize Ruffo (Asc)

Assistente ai costumi Angela Anna Masciello

Scene Luciano Nestola

Assistente Scenografo Giovanni Paolo Di Francesco

Trucco Federica Guglielmo

 

 

 

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