La libertà espressiva
Una sola serata per una rappresentazione che ha il suono di una preghiera in chiave classica. Il teatro si sa, come altri luoghi adibiti alle diverse performance, ha il dono di insegnare e dunque farci ripassare quelle che sono le reminescenze dei propri studi
Al Teatro Tordinona di Roma, solo il 19 maggio, Medea è entrata nel nostro mondo immaginifico. Lo spettacolo Requiem for Medea, una produzione C.T. Genesi Poetiche, scritto e diretto da Gianluca Paolisso, diventa una sorta di omaggio alla maga della storia della mitologia greca.
Medea, dal greco Medèia, significa astuzia, inganno. Il personaggio, rappresentato da Daria Contento, ci mette proprio di fronte a queste formule comportamentali per raggiungere ciò che si vuole mediante strategie ben escogitate. Si entra dunque in un universo fatto di simbologie determinato dagli elementi scenici, i quali accompagnano la narrazione.
In cinquanta minuti di rappresentazione è come se il pubblico fosse partecipe della storia e divenisse tanti personaggi che si muovono intorno alla protagonista. Quel lasso di tempo netto e preciso coinvolge lo spettatore mentre l’interprete recita il quadro percettibile e chiaro di una vita giocata sui ricordi, e il desiderio di riscrivere ciò che è stato per modificarlo.
L’ambientazione evocata è grottesca. Suscita infatti la sensazione di avere a che fare con degli zombie e alcune caratterizzazioni dell’attrice inducono a pensarlo, grazie ai suoi persistenti atteggiamenti nevrotici, che si trasformano in toni nostalgici rievocando il passato con rancore. In un luogo non luogo la Medea di Paolisso cerca la redenzione: vaga nel vuoto con rabbia e furore nel non sapersi perdonare a seguito delle sue azioni.
La scenografia è minimale. Composta da due manichini bianchi e lucidi – lui e lei – fungono da personaggi quasi tangibili, con i quali Medea dialoga. L’ottima prestazione recitativa di Daria Contento si presenta versatile: caricandosi di pathos e gamme espressive che si alternano, confluendo in diversi timbri vocali dolci e graffianti.
Il corpo è forza emotiva: denominatore catalizzante. Emblematica infatti è la ricercatezza dei movimenti che vanno dalla follia alla morbidezza del fisico e dei sentimenti, traducendo gli stati d’animo in scena, rappresentativi dunque del dolore e delle sofferenze che hanno segnato l’esistenza del personaggio.
Le melodie si inseriscono in modo perfetto nel corso del racconto contestualizzando ogni momento e ogni umore che la protagonista vive e respira. Anche il disegno luci, principalmente bianco, accompagna il viaggio di Medea, dando risalto alla danza e al finale pittorico con un rosso intenso.
L’attrice recita un testo ben scritto e che in poco tempo sintetizza una storia piena di intrecci e di inganni infiniti, ai quali non solo Euripide e Ovidio, con la loro poesia, hanno dato voce nel mondo classico. Quest’ultimo che, trasposto e guardato attraverso lo sguardo moderno, aiuta ad attualizzare la realtà e magari a darle nuove interpretazioni su come trasformarla e cambiarla in meglio.
Annalisa Civitelli
Foto: Simone Galli
Teatro Tordinona
19 maggio
Comunicazione Theatron 2.0
C.T. Genesi Poetiche
presenta
Requiem for Medea
Testo, Drammaturgia e Regia Gianluca Paolisso
con Daria Contento
Costumi Pamela Fornari
Video Silvia Carotti
Progetto grafico Elisabetta Girodo Angelin
Quest’ opera di
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