C’è sempre qualcosa da fare
La Compagnia Enter, che seguiamo da anni, si evolve. Evolve il suo linguaggio interpretativo, come contemporaneamente cresce, perché crede in un lavoro di gruppo, di coesione, di condivisione. A confronto con i tanti monologhi che si interfacciano a questo tipo di rappresentazioni, continua a distinguersi per la divulgazione dei temi sociali
Al Teatro Tordinona di Roma “El – Che Guevara, l’uomo dietro la leggenda”, dal testo di Edgardo De Habich, si presenta come una perla nell’oceano delle proposte capitoline, in occasione dei 50 anni dalla sua morte. In collaborazione con l’Accademia Teatro Senza Tempo, dal 16 al 19 novembre, è stato possibile riappropriarsi di un tempo antico, passato.
La regia di Luca Milesi si svolge su più piani narrativi. Lascia infatti al sacerdote e al Colonnello Santana, interpretati dalle energiche Maria Concetta Liotta e Serena Renzi, raccontare il personaggio Che, detto El. Nei panni del medico che voleva girare il mondo in motocicletta e fermarsi dove si sarebbe sentito più utile, vi è uno straordinario e somigliante Antonio Nobili.
Mentre la narrazione è affidata a due attrici che in scena sono due brillanti uomini, sullo sfondo si svolgono le azioni, contemporaneamente. Al contrario, alcune scene immobili riescono perfettamente ad infondere un senso suggestivo all’insieme.
Ad affiancare Nobili ci sono Alberto Albertino, Francesco Sotgiu, Ilario Crudetti e Stefano Di Giulio nei ruoli dei soldati, mentre Eleonora Zepponi, oltre a calarsi nella parte della moglie del famoso rivoluzionario argentino, intona canti in spagnolo grazie ad una superba performance.
Uno spettacolo un po’ impegnativo, ma in cui nulla è lasciato al caso. La linearità è un elemento distinguibile e gli attori mantengono profondità espressive e vocali ben impostate, versatili e sicure, mentre il tappeto sonoro vanta si scelte musicali valide.
Si parla in prima persona del protagonista. Confrontarlo a Don Chisciotte–Sancho è sinonimo del “giusto combattente”, che dal lebbrosario passa alla rivoluzione unendosi alla sua gente per i propri diritti, ideali e aspirazioni. Un personaggio quindi visionario, il quale per cinque anni fu Ministro di Stato, ma che alla fine si dimette per la sua Rivoluzione, abbandonando famiglia e amici.
Eroe? Guerrigliero? Una morte affrontata con orgoglio e senza paura. Ci si chiede se sia pace o leggenda, ricercando la verità attraverso le due visioni: quella del sacerdote e del soldato. Quasi cinematografico si passa con disinvoltura dalle penombre fotografiche ai primi piani e ai secondi senza mai stancare la visione dello spettatore. Il gioco di luce varia: dal bianco alle sfumature del blu e del rosso il tutto si uniforma con eleganza.
I cambi d’abito avvengono direttamente sul palco: delle stampelle appese alle pareti sono pronte all’uso, unendosi agli essenziali elementi di scena e ai colori dei costumi neri e verde militare, dove l’unica nota colarata è la cintura rossa del vestito di Maria, la moglie del Combattente.
Una pièce che avevamo avuto il piacere di vedere tanto tempo fa: ora più matura e ricca. Consigliamo però al gruppo ben amalgamato di misurarsi e osare, quindi sperimentarsi con altre ambientazioni narrative e donare così agli astanti prodotti sempre migliori, innovativi e professionali.
Annalisa Civitelli
Foto: Manuela Giuliano
Teatro Tordinona
dal 16 al 19 novembre
El – Che Guevara, l’uomo dietro la leggenda
testo Edgardo De Habich
traduzione Naila Marganella
adattamento e regia Luca Milesi
con Antonio Nobili nel ruolo del Che
con Maria Concetta Liotta, Serena Renzi, Alberto Albertino, Francesco Sotgiu, Ilario
Crudetti, Stefano Di Giulio ed Eleonora Zepponi
Crediti Scene e Costumi Compagnia Enter
in collaborazione con Accademia Teatro Senza Tempo
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