La luce offre svariati scenari
All’interno della rassegna “Art City”, che ha visto coinvolti i teatri del Lazio, e alcune delle sedi romane più famose – Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo e il Vittoriano – lo scorso 30 Agosto è andato in scena “Double Points: Hell”nella fantastica cornice della Villa di Tiberio a Sperlonga
Il tramonto e le sue luci hanno dato il via alla danza fluida e suggestiva di Maria Ribas accompagnata dai passi di Anonymous, per la coreografia e la regia di Emio Greco e di Pieter C. Scholten. L’esibizione pensata per il “Festival di Avignone”, è stata già presentata nel 2008 nell’ambito dell’“Internationales Tanz Festival NRW” su invito di Pina Bausch.
Dopo una breve visita al Museo Archeologico Nazionale, in cui statue e decorazioni dedicate ai giardini ancora dialogano con i turisti, ci siamo incamminati verso il mare, ambiente dove i resti della villa imperano da anni in compagnia di quelle che furono le vasche romane, rivolte agli allevamenti ittici.
Nella natura quindi si disperdono suoni e sospiri che aprono la performance danzante, tra il frinire delle cicale e dolci echi. Maria Ribas ci invita “inside“, ossia dentro di lei, dentro la sua anima. La protagonista esprime frasi e parole in modo delicato. Ci dice inoltre che lei è dolce (“I’m sweet“) e, man mano che la musica acquista volume, i movimenti del corpo prendono potenza.
Sinusuoidali, questi ultimi, ricordano le onde del mare: rappresentano dapprima un’antitesi di colori e di personalità (bianco e nero). Lei, infatti, indossa un abito bianco e una parrucca nera (di cui lui la priva successivamente, denudandola) e lui una tuta aderente nera, che gli copre il volto.
Giocano come due molle – è il caso di dire – sia di spalle, sia l’uno di fronte l’altra, sfruttando tutto lo spazio a loro disposizione.
La musica alterna i suoi svariati ritmi: rapida, cavalca sonorità come un treno in corsa, per giungere al suandente tango e approdare poi al caratteristico suono del carillon. Infine punta sulla scelta della travolgente Sinfonia n°5 di Beethoven, che chiude l’esibizione.
L’ottima coordinazione delle due figure è poesia agli occhi di ogni spettatore, che si trova coinvolto all’interno di un linguaggio classico che dialoga con quello della danza postmoderna.
Il gioco dei corpi, dunque, invita a ristabilire l’essenza dei rapporti: la figura femminile balla con la sua ombra, la quale incarna altre figure maschili, quali l’alter ego, il compagno di vita e il “voyer“, inteso come persona che assiste a scene erotiche.
Tocchi, carezze, amore, amore, tensioni, piroette, volteggi, passi a due divengono lotta e guida, un miscuglio di emozioni, che rappresentano il quadro collettivo tra fiducia, sessualità, violenza e l’esistenza stessa dell’uomo.
Fino a che punto il corpo può spingersi? Fino a che punto può donare stili di decodificazione, attraverso la sua elasticità? Ne deduciamo, molteplici, proprio perché l’interpretazione personale di ogni danzatore è la chiave di ogni forma, a cui si desidera dare voce.
Annalisa Civitelli
Foto: Civitas Creativa
Art City
Rassegna in scena – danza e teatro nei luoghi d’arte del Lazio
30 agosto
Museo Archeologico Nazionale e Villa di Tiberio a Sperlonga (LT)
Double Points: Hell
di ICK – Emio Greco e Pieter C. Scholten
coreografia e regia Emio Greco e Pieter C. Scholten
danza Maria Ribas & Anonymous
musiche varie a cura di Pieter C. Scholten
luci Maarten Heijdra e Floriaan Ganzevoort
costumi Clifford Portier
produzione ICKamsterdam con il Ballet National de Marseille CCN
co-produzione Société des Auteurs et Compositeurs Dramatiques (SACD) (Parigi)
Festival di Avignone (debutto 14-07-2005)
ICKamsterdam riceve il sostegno del PerformingArts Fund NL e dalla città di Amsterdam
a cura di ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna
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