Letizia va alla guerra. La sposa e la puttana

Alle donne cosa resta?

Un altro esempio di commistione e di ampio respiro in cui le arti dialogano: canto e recitazione. Qui, due piani diversi raccontano due realtà, siciliana e romana, grazie all’immediato impatto con la lingua dialettale  che la Fallongo esibisce con padronanza

Anche “Letizia va alla guaerra. La sposa e la puttana”, così diretto, rimarca il connubio necessrario affinché musica ed interpretazione trovino un  perfetto legame. Quest’ultimo è infatti più volte presente all’interno delle rappresentazioni del primo Festival estivo organizzato dal Teatro Marconi di Roma.

Spettacolo che ha ricevuto il terzo premio alla prima rassegna di “Frammenti al femminile”, ideata da Parizia Schiavo, direttrice del Teatrocittà (zona Cinecittà – Roma), ci ha davvero sorpreso.

La guerra è raccontata in modo leggero e non banale, ma su due piani differenti: l’esibizione presenta due quadri di un’Italia sofferente e piena di insidie. L’attrice veste così i panni di una giovane sposa siciliana e un’esperta prostituta della provincia di Roma, ambedue di nome Letizia.

La prima innamorata riesce a coronare il suo sogno e sposa Michele. Egli riceve la cartolina per andare soldato, ma non riceve le lettere, poiché impossibilitato. I soldati, si sa, sono sempre in movimento. In quanto disperso Letizia si reca dalla cugina, sulla linea di confine, in Friuli, per portare da mangiare alle truppe. Purtroppo però rimane vittima e rimane uccisa come “sposa bianca”.

La seconda, invece, vive a Latina. Sono gli anni della seconda guerra mondiale. Lei, Letizia, ci introduce un’altro tipo di scenario. Latina, le case chiuse e la prostituzione, queste ultime soggette alla Legge Merlin, che abolì, poi, la regolamentazione delle stesse: chiuse le case di tolleranza, introdusse i reati di sfruttamento con induzione e favoreggiamento della prostituzione. Successivamente, la protagonista, la troviamo a Roma, presso la “ditta” di Sora Gemma in Via Mario Fiore, a soddisfare clienti diversi.

Vestita da sposa, l’attrice, entra in scena, avviandosi verso il palco con una candela in mano. Il bianco è dunque il simbolo di castità. Agnese Fallongo, con una gamma espressiva versatile e cadenzata, ci  descrive la Sicilia prima della guerra. Usanze, vita rurale, amore e tradizioni, trovano anch’essi posto sul palco. Sembrano prendere davvero vita grazie al gioco immaginifico che il testo ci rimanda, diretto da Adriano Evangeslisti.

Gli abiti dopo cambiano e non sono più casti: calze nere e reggicalze, un completo intimo bianco tipico anni ’50 – seppure in contrasto con l’attività che esercita l’interprete -, e una vestaglia di velluto verde, denotano appunto l’ambiente che frequenta Letizia, recando i suoi “servizi“. Da lei va il giovane Michele, il quale si innamora, facendola sentire veramente una persona degna.

Tiziano Caputo è un ottimo compagno di viaggio: vesti i panni di Michele in ambedue i casi. Dapprima siciliano, romantico e innamorato, poi giovane romano, impacciato e timido, alla sua prima esperienza con l’altro sesso, descritta con estrema cura e delicatezza. Si dimena inoltre tra canto ed interpretazione grazie a una portata di voce nitida, in cui ironia e nostalgia si inseriscono con equilibrio.

Dal sapore agro-dolce, ci si aggira tra sensazioni inspiegabili e la visione della vita amara della guerra – dove non esiste legge che bandisce tutti i cuori da essa -, donando ai retroscena un panorama d’insieme suggestivo e atmosferico. Immagini, narrazione e storie di vita, richiamano così tempi remoti e politici (canzoni fasciste e annunci alla radio), che ci giungono puntuali e senza alcun fronzolo. La poetica, invece, commuove.

La tua vita la conosco dagli angoli della tua pelle

La chitarra crea una simbiosi con la protagonista, quasi un dialogo: il suono segue la recitazione, che si fonde al canto finale di forte impatto in cui le voci si alternano e si fondono al contempo: Cantu pi’ tia – Canto per te”.

Annalisa Civitelli

Foto: Civitas Creativa

 

 

 

Teatro Marconi Festival Estate 2017

22 luglio

Letizia va alla guerra: la sposa e la puttana

di Agnese Fallongo 

ideazione e regia Adriano Evangeslisti 

con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo

 

 

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