Inviloop

Per certa gente il romanticismo è bigiotteria

Un’energia psichedelica segna l’andamento dello spettacolo. Ricco, divertente, ironico e adatto ai bambini, in quanto non si usa alcun tono scurrile. Più che specchio della collettività, è uno studio approfondito della stessa, attingendo all’immobilismo mentale su discorsi sterili.  

Il Palazzo Santa Chiara di Roma, limitrofo a Largo Argentina, è denso di mistero e fascino. All’interno del teatro vengono proposti eventi particolari, i quali spaziano da convegni e meeting passando per mostre d’arte e congressi.

La scelta di ospitare Daniele Parisi ha consacrato sei nuove date al suo spettacolo Inviloop, di cui è regista e ideatore. Suscitando in chi gestisce la struttura, Gustavo Cuccurullo, il desiderio di alzare di nuovo il sipario del teatro, che da quattro stagioni non ha un cartellone, la possibilità di chiudere la sua tournée proprio in questo spazio.

Dopo il tour teatrale, che ha visto il performer in giro per l’Italia a novembre scorso, abbiamo potuto ammirarlo e conoscerlo il 5-6, il 12-13, e il 19-20 marzo. Molte le caratteristiche delle quali si appropria Parisi nel confermare la sua dinoccolata abilità artistica.

Un’energia psichedelica segna tutto l’andamento dello spettacolo. Ricco, divertente, ironico e adatto ai bambini, in quanto, diciamolo, non si usa alcun tono scurrile, che di questi tempi pare il  protagonista indiscusso sulle bocche di tutti.

Un solo uomo per tanti personaggi; si raccontano aneddoti della società attuale, concentrando l’attenzione sui rapporti di coppia e sulla solitudine. Coadiuvandosi di cerchi (dando una connotazione ai personaggi e muovendoli in alto, in basso, infilandocisi dentro),  occhiali da pagliaccio e da sole, un orecchino, un cappellino con visiera, un guantone da box, e il semplice linguaggio del corpo dona freschezza in platea. Una loop machine registra i suoi vocalizzi (gran bella voce), sottofondo di ciò che rappresenta, rendendo la sua espressione multicolore e originale.

Daniele Parisi 2

Tutto è ricercato e studiato nei minimi dettagli. La cura dei vocaboli, i concetti, i giochi di parole, le rime, le filastrocche e le mimiche: sono elementi utili attraverso i quali si gioca. Un ottimo escamotage per rimarcare l’andamento dei sentimenti al giorno d’oggi.

L’atteggiamento dei giovani verso la vita, le continue nevrosi di fronte i persistenti squilli dei cellulari, le paure che da pischelli denominiamo pippe mentali, la famiglia, i figli, i doveri delle mamme; l’ascolto, questo sconosciuto.

Più che uno specchio della collettività, è uno studio approfondito della stessa dal ritmo sofisticato, incalzante e pulito, attingendo dai passanti all’immobilismo mentale su discorsi sterili. Un insieme che riconosce l’estrema necessità dell’artista di coinvolgere il pubblico in ciò che fa.

La conclusione è l’inizio. Un appuntamento. Si sale a casa di lei o no? Due le voci della coscienza, tratteggiate con le mani. Parisi ci illustra la prima scelta e le conseguenze, e la seconda. Con quest’ultima depone le armi, lasciandoci interrogare sulla migliore via da seguire.

La solitudine che cosa è?

Vogliamo sottolineare la bravura e l’ecletticità di Daniele Parisi che, davvero, ci ha alleggeriti dal continuo sconquasso dei nostri giorni. Una persona, la quale, con dinamismo e intelligenza leggera tocca argomenti pesanti sui quali soffermarsi a riflettere.

Un buon riconoscimento per l’artista, dopo i consensi dei suoi primi spettacoli Abbasso Daniele Parisi e Ab hoc et ab hac, è stato l’inserimento nel volume Lazio Creativo e Fondo della Creatività 2016 come una delle nuove realtà artistiche nascenti.

Annalisa Civitelli

 

 

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