Pannychis

Il lato irriverente del mito

Ispirato alla novella di Friedrich Dürrenmatt, il testo di Helena Hansen porta in scena la figura della Pizia in una veste ironica, spassosa e divertita. Gli eterni conflitti tra l’uomo e le divinità sono al centro di una riflessione senza tempo, alla ricerca di una verità destinata a non avere soluzione

Il 23 febbraio scorso, presso il Teatro Abarico di Roma, ha avuto luogo lo spettacolo “Pannychis”, scritto da Helena Hansen e diretto da Mariagiovanna Rosati Hansen. L’evento s’inserisce all’interno della rassegna internazionale XActor, giunta alla sua tredicesima edizione.

Un esperimento coraggioso e audace, dove il teatro, ospitando compagnie provenienti da numerosi paesi europei, svela la sua natura cosmopolita, capace di unire mondi e culture differenti, oltre ogni barriera linguistica, formale e accademica.

Anziana e prossima alla morte, Pannychis (Annamaria Guzzio) è una profetessa rassegnata e stanca dei suoi inutili oracoli. Il confronto con Edipo (Clif Imperato) mette in luce tutte le assurdità della storia della mitologia. Se, come lei stessa ammette, i suoi vaticini sono stati del tutto privi di fondamento, non si spiega come possano essersi avverati. È per volontà divina che Edipo ha sedotto la madre Giocasta (Camilla Cuparo)? Edipo è davvero figlio di Laio e di Giocasta, oppure ha per madre la terribile Sfinge (Valentina Tramontana)?

La Rosati Hansen allestisce la performance con gioia e allegria tangibili, gli stessi che pervadono l’intera rassegna, come dimostra l’entusiasmo di un pubblico internazionale che ricambia la regista colmando la platea in ogni ordine di posti.

Il linguaggio comico del testo, dove la confusione regna volutamente sovrana, si accompagna a una recitazione agile e leggera, dai ritmi ottimi e, al contempo, ben centrata dal punto di vista interpretativo.

La comprovata professionalità degli interpreti decreta il successo di questa pièce. Dalla Guzzio a Imperato, dalla Cuparo alla Tramontana, ciascuno dà il meglio di sé tra allusioni e doppi sensi, spesso parlando in dialetto napoletano o siciliano. Completano il cast Paolo Gatti, nel ruolo di Tiresia, bizzarro quanto improbabile indovino, e Davide Campennì alias Militto, simbolo delle nuove generazioni, che segue le vicende dei protagonisti con ardore quasi adolescenziale.

Essenziale la scenografia, costituita da cubi neri e da pochi elementi aggiuntivi che, tuttavia, sono ben disegnati dai puntamenti delle luci.

I costumi risaltano nei colori e nei dettagli, e connotano adeguatamente ogni personaggio. La colonna sonora, eseguita da Davide Campennì alla chitarra, vede l’alternarsi di arpeggi e melodie di sottofondo discrete ed equilibrate.

Siamo certi che “Pannychis” continuerà ad avere la giusta risonanza anche durante le rassegne teatrali in programma per la prossima estate. La sua naturale leggerezza lo rende uno spettacolo godibile e fresco, grazie alla capacità di giocare con gli elementi che, anche attraverso il mito, accompagnano l’umanità intera, perennemente alla ricerca di risposte ai suoi insondabili quesiti.

Caso o destino? Utopia o pessimismo? L’artefice degli eventi è l’uomo o gli dèi? Le profezie si autoavverano? Non è dato saperlo, per ora. È, tuttavia, grazie al teatro che possiamo imparare a ribaltare il punto di vista sulle cose, ridere con benevolenza di noi stessi e ironizzare sulla vita, senza per questo pretendere di trovare una soluzione alle sue piccole grandi assurdità.

Elena D’Elia

Foto: Sergio Battista

 

 

Teatro Abarico

nell’ambito della XIII edizione

Festival Teatrale Europeo X Actor 

23 febbraio

Pannychis

di Helena Hansen

regia Mariagiovanna Rosati Hansen

ispirato alla novella di Friedrich Dürrenmatt

con

Annamaria Guzzio, Pannychis

Paolo Gatti, Tiresia

Clif Imperato, Edipo

Camilla Cuparo, Giocasta

Valentina Tramontana, Sfinge

Davide Campenni’, Militto

scene e costumi AccademiaStudio

disegno luci Raffaele Macchiolla

trucco Giusi Antoci

 

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